Sito Epatite C
Sito Epatite B
Portale Epatite e malattie del fegato
Sito Steatosi
Sito Cirrosi
Sito Tumori
Sito Trapianti
Nuovi Farmaci
Malattie autoimmuni

Farmaci e terapie

Non esiste ad oggi una terapia standardizzata della steatosi.

L’eventuale utilizzo di integratori antiossidanti è utile, insieme alla modifica dello stile di vita, ad una significativa riduzione della steatosi e una normalizzazione degli esami clinici.

Un integratore, a base di silibina con fosfolipidi e vitamina E,  protegge gli epatociti dal danno infiammatorio dei radicali liberi, come stabilizzatore di membrana e antiossidante naturale, ed è in grado di “depurare il fegato grasso” e rallentarne il danno,  riequilibrando l’assetto metabolico.

E’ in corso uno studio randomizzato in doppio cieco multicentrico finalizzato a dimostrare l’attività di questo integratore: i primi risultati appaiano molto incoraggianti e paiono indicare come le sostanze che lo compongono possano essere in grado di incidere sulla storia naturale della malattia. Va inoltre sottolineato come la ottima tollerabilità e gli eventi avversi trascurabili anche per dosaggi elevati e per lunghi periodi rappresentino una caratteristica importante.

studio 1: complesso di vitamina E, silibina, fosfolipidi e riduzione danno epatico

studio 2: complesso di vitamina E, silibina, fosfolipidi ed effetto antifibrotico

fegato grasso: patologia, diagnosi, terapia

I farmaci insulino-sensibilizzanti sono stati utilizzati per ridurre la resistenza insulinica. Farmaco di scelta è la metformina, generalmente utilizzata limitatamente a pazienti obesi con diabete tipo II.

I farmaci ipolipemizzanti come statine (lovastatina, simvastatina, pravastatina, fluvastatina, atorvastatina, cervistatina) e fibrati (clofibrato, gemfibrozil, ciprofibrato, bezafibrato) rallenterebbero l’accumulo di grasso nel fegato, inducendo una riduzione dei livelli di transaminasi in un gruppo di pazienti. Questi farmaci trovano la loro indicazione in quel sottogruppo di pazienti che presentino elevati valori di trigliceridi e colesterolo nel sangue ed un elevato rischio cardiovascolare.

Tra i vari farmaci studiati, l’acido ursodessosicolico (farmaco citoprotettore) riduce gli enzimi epatici (AST e ALT), ma da solo non sembra ridurre l’infiammazione e la fibrosi.

Infine, per ridurre l’infiammazione, è stato utilizzato di recente un’anti-TNFα, come la Pentossifillina, che riduce i livelli di transaminasi, ma ancora in fase di studio per i risultati circa il miglioramento della fibrosi e della sua progressione.

Vuoi ricevere aggiornamenti su questo argomento? Iscriviti alla Newsletter!

Quando invii il modulo, controlla la tua casella di posta elettronica per confermare l’iscrizione