Tecniche di immagine
E' possibile utilizzare tecniche non invasive di imaging come l'ecografia, la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) che possono identificare la steatosi epatica.
In genere è più che sufficiente l'ecografia come test di screening, poiché è rapido, poco costoso, non invasivo e non doloroso. L'immagine che tipicamente si evidenzia con l'ecografia è un aumentato di volume del fegato e una iperecogenicità del parenchima ed attenuazione dei fasci di ultrasuoni nei piani profondi, ovvero semplicemente quello che viene descritto come "fegato brillante" (bright-liver), peculiare della steatosi.
ATTENZIONE: in presenza di severa steatosi, non è infrequente osservare delle immagini che possono apparire come noduli del fegato: spesso si tratta solo di cosiddette "aree di risparmio"(cioè zone del fegato esenti da steatosi e quindi normali!!). ciò non toglie che l'eventuale referto vada approfondito con un ecografista esperto e con l'ausilio di altre metodiche (TAC e RMN) o, in casi estremi, anche mediante la biopsia epatica.
Nessuna delle tecniche di immagine permette di rilevare se e quanta infiammazione epatica vi sia, l'eventuale presenza di fibrosi e l'entità della stessa.
Nei casi dubbi e per poter identificare chi è a maggior rischio di presentare un danno progressivo del fegato, è necessario ottenere un piccolo campione di fegato che viene prelevato mediante la biopsia epatica. Ovviamente non tutti i pazienti affetti da steatosi devono essere sottoposti alla biopsia ed in effetti solo una piccolissima parte di essi la esegue.