Come va seguita la steatosi epatica (NAFLD) nel tempo?
Non esistono schemi universalmente riconosciuti per il folow-up dei soggetti affetti da NAFLD o NASH. Molto dipende da un corretto inquadramento iniziale del paziente.
Se gli enzimi epatici sono nella norma e la diagnostica non invasiva di fibrosi (fibro test, apri score, etc,) escludono una fibrosi avanzata, può non essere necessario un monitoraggio specialistico epatologico ed il soggetto dovrebbe per di più attenersi a comportamenti adeguati (dieta ed esercizio fisico) che sono opportune non solo per il benessere del fegato ma anche al benessere metabolico complessivo.
È bene ricordare che la NAFLD è spesso associata ad altre malattie metaboliche (diabete, dislipidemia ed ipertensione) e che i pazienti con NAFLD sono pertanto a rischio di un incremento di malattie cardiovascolari.
Laddove invece il paziente abbia una persistente alterazione degli enzimi epatici e/o di esami non invasivi sullo stato di fibrosi che suggeriscono uno stadio avanzato di malattia, è certamente necessario un riferimento specialistico.
In questi casi, lo stile di vita (alimentazione e attività fisica) va rimodulato eventualmente anche con l’aiuto di un esperto in nutrizione (dietista).
In più, i medici specialisti (gastroenterologi, medico di medicina interna o altro specialista esperto) possono decidere di impostare un trattamento con alcuni dei farmaci già disponibili in commercio e che hanno mostrato efficacia nella NASH, in attesa di nuove molecole farmaci prettamente indicati per questa patologia epatica. In questi casi, oltre alla biopsia epatica, che può essere indicata al momento dell’inquadramento iniziale, possono essere opportune rivalutazioni periodiche non invasive della fibrosi per seguire l’andamento della malattia nel tempo.
Infine, nei pazienti che hanno sviluppato una cirrosi da NASH, i controlli ecografici dovrebbero essere effettuati su base semestrale, al fine di individuare precocemente eventuali noduli di epatocarcinoma.
La revisione scientifica è stata curata dal professor Umberto Vespasiani Gentilucci, Medico Medicina clinica ed Epatologia - Professore Associato di Medicina interna – Campus Biomedico di Roma.
Progetto realizzato con il sostengo incondizionato di Intercept.
Aggiornamento anno 2020
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