Domande frequenti
- Ci sono persone più a rischio per lo sviluppo di steatosi epatica?
Come abbiamo visto le persone con una possibile sindrome metabolica (obesità, soprappeso, diabete, iperlipidemia, ipertensione arteriosa, o forte familiarità per le stesse condizioni) sono maggiormente a rischio di sviluppare steatosi epatica. Chiaramente anche l’assunzione di farmaci potenzialmente tossici, o la presenza di malattie del metabolismo possono predisporre all’insorgenza di steatosi.
- Come si presenta la steatosi (non alcolica) e come si pone la diagnosi?
La prima evidenza in genere avviene mediante l’esecuzione di un’ecografia epatica, spesso fatta per altri motivi. Generalmente si può associare un modesto aumento delle transaminasi, in assenza di uso/abuso di alcol. La certezza diagnostica viene dalla biopsia epatica. E’ inoltre indispensabile effettuare gli esami per escludere le epatiti virali o altre cause di epatopatia.
- Si può guarire dalla NAFLD e NASH?
Si, sono reversibili. Per la gran parte dei pazienti è sufficiente perdere peso, attenendosi alla norme dietetiche ed effettuare esercizio fisico, limitare il consumo di alcolici. E’ quindi indispensabile eliminare i fattori che l’hanno determinata. In presenza di resistenza insulinica, diabete, dislipidemia o ipertensione arteriosa è necessario trattare adeguatamente tali condizioni.
- La steatosi può portare all’insorgenza di tumore?
Ci sono dei pazienti che progressivamente, anche se dopo anni di malattia del fegato, hanno sviluppano cirrosi e successivamente un tumore del fegato. Le percentuali sono molto basse, quindi il dato non è allarmante, ma certamente non da sottovalutare.
- Quando serve la biopsia epatica?
La biopsia epatica non è una procedura che va eseguita a tutti, ma solo a pazienti selezionati, particolarmente a rischio di sviluppare una malattia severa di fegato. E’ utile per confermare la diagnosi, fornire informazioni prognostiche (grading e staging della malattia), individuare eventuali patologie associate (ad esempio accumuli di ferro), influenzare il monitoraggio (più o meno aggressivo/intensivo) ed influenzare eventuali terapie.